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Definizione generale
Uccisione di donne e ragazze a causa del loro genere, che può assumere la forma, tra l'altro, di:
• l'omicidio di donne a causa della violenza del partner intimo;
• la tortura e l'uccisione misogina delle donne
• uccisione di donne e ragazze in nome dell'onore";
• uccisioni mirate di donne e ragazze nel contesto di conflitti armati;
• omicidi di donne legati alla dote;
• uccisione di donne e ragazze a causa del loro orientamento sessuale e identità di genere;
• l'uccisione di donne e ragazze aborigene e indigene a causa del loro genere;
• infanticidio femminile e feticidio di selezione del sesso basato sul genere;
• decessi correlati alle mutilazioni genitali;
• accuse di stregoneria; e
• altri femminicidi legati a mafie, criminalità organizzata, spacciatori di droga, traffico di esseri umani e proliferazione di armi leggere.
Definizione statistica
L'uccisione di una donna da parte di un partner intimo e la morte di una donna a causa di una pratica dannosa per le donne. Per partner intimo si intende un coniuge o partner precedente o attuale, indipendentemente dal fatto che l'autore condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima.
Terminologia del Femminicidio
Il termine femminicidio si riferisce a tutti quei casi di omicidio in cui una donna viene uccisa da un uomo per motivi relativi alla sua identità di genere (a volte questo genere di violenza è compiuto da persone che hanno legami strettamente sentimentali con la vittima come mariti o fidanzati, ma vengono compiuti anche da padri verso figlie, o addirittura da figli verso le madri) cioè di regola in relazione al fatto che la medesima è stata la moglie o in relazione sentimentale con l'autore del delitto, ovvero il medesimo autore presumeva che la vittima dovesse iniziare o continuare la relazione sentimentale o sessuale.
Il femminicidio, come cita il Devoto-Oli (che è un dizionario di Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli pubblicato nel 1974) e ribadisce che "Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuare la subordinazione e di annientare l'identità attraverso l'assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte".
Il significato della parola femminicidio porta le radici della lingua Inglese (femicide) veniva usato in Inghilterra circa 200 anni fa e di preciso nel 1801 veniva usato questo termine per indicare l’uccisione di una donna.
Femminicidio Decreto Legge 2013
Lo Stato al contrasto al Femminicidio e delle violenze sulle donne in questo decreto legge; vogliamo analizzare in una breve terminologia che cosa ha comportato questo decreto legge molto importante per il contrasto della violenza in genere che hanno l’obiettivo di prevenire il Femminicidio e proteggere le vittime; il tutto contenuto nel decreto legge 14 agosto 2013; sulla base delle indicazioni provenienti dalla Convenzione di del Consiglio di Europa fatta ad Istanbul l’11 maggio 2011, ma ti rimandiamo a dopo questo paragrafo per meglio specificare questa convenzione che è stata fatta nel 2011.
Vengono quindi inasprite le pene quando:
• il delitto di maltrattamenti in famiglia è perpetrato quando in presenza di minore di anni diciotto;
• il delitto di violenza sessuale è consumato ai danni di donne in stato di gravidanza;
• il fatto è consumato ai danni del coniuge, anche divorziato o separato, o dal partner
Un seconda parte di interventi riguarda il delitto di Stalking:
• viene ampliato il raggio di azione delle situazioni aggravanti che vengono estese anche ai fatti commessi dal coniuge pure in costanza di vincolo matrimoniale, nonché a quelli perpetrati da chiunque con strumenti informatici o telematici;
• viene prevista l’irrevocabilità della querela per il delitto di atti persecutori nei casi di gravi minacce ripetute (facciamo l’esempio dell’uso con armi).
Sono state inserite delle norme a riguardo i maltrattamenti nell’ambito famigliare:
• viene assicurata una costante informazione alle parti offese in ordine allo svolgimento dei relativi procedimento penali;
• viene estesa la possibilità di acquisire testimonianze con modalità protette allorquando la vittima sia una persona minorenne o maggiorenne che versa in uno stato di vulnerabilità;
• viene esteso ai delitti di maltrattamenti contro familiari e conviventi l’ipotesi di arresto in flagranza;
• si prevede e questo lo troviamo noi molto importante a tutela della vittima, che in presenza di gravi indizi di colpevolezza di violenza sulle persone o minaccia grave e di serio pericolo di reiterazione di tali condotte (pericolo di ricommettere lo stesso reato) con gravi rischi per le persone, in questo caso il Pubblico Ministero (magistrato) su informazione della Polizia Giudiziaria, può chiedere al giudice di emettere un provvedimento inibitorio urgente, vietando all'indagato la presenza nella casa familiare e di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa.
Infine, è stabilito che i reati di maltrattamenti ai danni famigliari o conviventi e di Stalking sono inseriti nel merito dei delitti per i quali la vittima è ammessa al gratuito patrocinio (cioè la parte legale viene pagata dallo stata, ma per maggiori informazioni a questa disposizione ti invitiamo a visionare la nostra Area Legale) questa disposizione anche in deroga ai limiti di reddito (il gratuito patrocinio a prescindere dal reddito è applicabile alle vittime di mutilazioni genitali femminili.
Sempre in applicazione di questa convenzione di Istanbul, si prevede il rilascio di un permesso di soggiorno per motivi di protezione (Tutela della violenza domestica riguardanti le vittime straniere come già in vigore delle vittime della tratta delle stesse).
Infine al completamento di questo importante decreto, troviamo anche il prevenire questi fatti, potenziare i Centri Antiviolenza e i servizi di assistenza (qualunque essi siano).
Convenzione di Istanbul 2011
La Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul) è una convenzione di ben 81 articoli suddivisi in 12 capitoli (che puoi leggere integralmente sotto in allegato) del Consiglio d'Europa contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa il 7 aprile 2011 ed aperta alla firma l'11 maggio 2011 a Istanbul (Turchia). Il trattato si propone di prevenire la violenza, favorire la protezione delle vittime ed impedire l'impunità dei colpevoli.
La Convenzione stabilisce inoltre obblighi in relazione alla raccolta dei dati e la ricerca di sostegno in materia di violenza contro le donne (art. 11).
È stato firmato da 32 paesi e il 12 marzo 2012 la Turchia è diventata il primo paese a ratificare la Convenzione, seguito dai seguenti paesi nel 2014: Albania, Portogallo, Montenegro, Italia (in data 01 agosto 2014), Bosnia-Erzegovina, Austria, Serbia, Andorra, Danimarca, Francia, Spagna e Svezia.
Il 19 giugno 2013, l’Italia dopo l'approvazione unanime del testo alla Camera, il Senato ha votato il documento con 274 voti favorevoli e un solo astenuto.
L'articolo 3 prevede termini chiave definisce:
"la violenza contro le donne" è la violenza dei diritti umani e una forma di discriminazione nei confronti delle donne e si intendono tutti gli atti di violazione di genere che determinano o sono suscettibili di provocare danno fisico, sessuale, psicologico o economico o una sofferenza alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica o privata;
"violenza domestica": tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all'interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima;
"genere": significa che i ruoli socialmente costruiti, comportamenti, attività e attributi che una data società ritenga appropriato per le donne e gli uomini.
"violenza contro le donne basata sul genere" designa qualsiasi violenza diretta contro una donna in quanto tale, o che colpisce le donne in modo sproporzionato.
Stando all'ultimo aggiornamento del ministero dell'interno, nel 2022 in Italia si sono registrati 319 omicidi di cui 125 con vittime di sesso femminile (circa il 39%). Un totale di 140 episodi hanno avuto luogo in un contesto domestico e in questo caso 103 hanno colpito donne (quasi il 74%). 1 marzo 2023
Femminicidio, la mattanza senza fine.
Nel 2023 già 105 vittime. Ecco i loro nomi e le loro storie
Gli ultimi dati ufficiali a disposizione sono quelli aggiornati dal Dipartimento di pubblica sicurezza nel report settimanale pubblicato sul sito del Viminale: 8 donne vengono ammazzate ogni mese
Degreto legge
violenza sulle donne 2013
Convenzione Istambul 2011
Orfani di Femminicidio
Apre a Torino centro di sostegno agli orfani di femminicidio
E' il primo in Italia che si occupa direttamente di questi casi
E' operativo da oggi a Torino, in via Nota 5, il centro "Sos Sostegno Orfani Speciali", primo in Italia che garantisce accoglienza e ascolto agli orfani di femminicidio e alle famiglie affidatarie.
Si tratta di un progetto finanziato con 1,6 milioni di euro dall'impresa sociale "Con i bambini" che riguarda gli orfani di femminicidio da 0 a 21 anni di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta. Capofila dell'iniziativa, presentata oggi nell'auditorium della Città metropolitana di Torino, i Centri antiviolenza Emma Onlus.
La panchina rossa:
un simbolo importante contro la violenza sulle donne.
di Daniela Ferrario | Pubblicato 18/05/2019
Oggi giorno, con grande dispiacere, sentiamo parlare troppo spesso di donne violentate o uccise. Per sensibilizzare la popolazione ed incoraggiare chi subisce questo tipo di maltrattamento a reagire, le panchine rosse si stanno moltiplicando in tutta Italia.
Una panchina, verniciata di rosso con l’aggiunta di una targa, diventa simbolo del rifiuto alla violenza sulle donne. Un simbolo che funziona per la sua semplicità: un oggetto di uso comune, che si trova facilmente in qualsiasi luogo cittadino. Con questo colore insolito attira l’attenzione di grandi e piccini. Ormai, già da un paio di anni, questa idea ha portato, in ambienti significativi di varie comunità, l’installazione di queste panchine rosse, diventando così un simbolo della lotta contro la violenza sulle donne.
Le richieste per inaugurare nuove panchine rosse arrivano da numerosi enti e questo è molto apprezzato dalle associazioni dedite a questa lotta. Colpisce questo forte desiderio di volere aiutare, anche con un gesto che pare inutile, ma in realtà è fondamentale: informare anche i meno esposti a questo problema e donare aiuto a chi ne ha bisogno. Infatti, spesso sulla targhetta esposta su questo monumento, dedicato alle vittime di femminicidio, appare il numero da chiamare in caso di emergenza del genere (1522).
Come si crea la panchina rossa? Occorre identificarne una, posizionata in prossimità di percorsi frequentati, ingressi o aree di sosta. O ancora, le panchine rosse possono trovarsi nei parchi, in strade o piazze importanti, davanti a scuole o biblioteche. Ci si deve accordare con un tecnico, dedito a questa causa, per identificare la panchina e la posizione più adatta. Successivamente, si manda la richiesta al comune d’appartenenza con foto della panchina, accennando al testo da trascrivere sulla targa. Inoltre, occorre spiegare le motivazioni che spingono a possedere un simbolo, divenuto ormai così importante per la società. Dopo aver ottenuto l’autorizzazione, si può procedere alla tinteggiatura della panchina e alla posa del messaggio, apposto su un materiale resistente alle intemperie.
Il mantenimento, come per metafora, è a cura dell’autore della panchina: chi si è assunto questa responsabilità, dovrà tenere custodita la panchina con orgoglio, proteggendola dal deterioramento e da eventuali atti di danneggiamento. Questo atteggiamento, nei confronti del monumento, vuole rispecchiare l’impegno intrapreso nei confronti di questa problematica, che sta opprimendo la popolazione femminile (e non solo). Infatti, a fianco delle panchine rosse, troviamo anche panchine bianche: queste sono dedicate ai bambini rimasti orfani di madre, quindi vittime a loro volta dell’ira incondizionata.
La targa deve esprimere un messaggio d’incoraggiamento, deve commemorare le vittime, ma anche dare un consiglio preventivo. Può essere una citazione, come nel caso di quella tratta da Isaac Asimov: “La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”; o ancora un’opposizione a ciò che succede (“Milano dice basta alla violenza sulle donne”). Dal carcere Beccaria arrivano panchine rosse speciali: ‘Libera di sorridere’ scritto in braille e scarpette rosse incise in onore delle vittime. In occasione della giornata dedicata al femminicidio (25 novembre), le panchine vengono ricoperte da nastri neri, in segno di lutto.
Oltre alle panchine, occorre ricordare anche altre manifestazioni a tema. Per esempio, flash mob, conferenze, numerose associazioni disponibili ad accogliere richieste d’aiuto e murales con foto e bambole appese, per ricordare chi ci è stato sottratto da questo male della civiltà.
Il numero in crescita delle panchine vuole sottolineare il fatto, forse il paradosso, che l’attenzione a questo fenomeno aumenta, ma aumentano anche gli atti violenti e le morti. Le installazioni, quindi, vogliono essere un grido di esasperazione, ma forse anche di speranza per un futuro migliore.